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Affreschi

Da Pompei al genio di Michelangelo, i segreti della pittura su intonaco.

Forse l'opera artistica umana più famosa di tutti i tempi è proprio un affresco: o per meglio dire un complesso di affreschi realizzati in anni di lavoro nella magnifica Roma rinascimentale da alcuni dei più straordinari artisti dell'epoca, Michelangelo su tutti, ma anche Botticelli, il Perugino, il Ghirlandaio. Stiamo parlando naturalmente della Cappella Sistina con la sua volta e le pareti, visitata ogni anno da milioni di turisti e sulla quale sono stati scritti innumerevoli libri d'arte.

D'altronde, chi non è familiare con la celebre immagine di Dio nell'atto di creare Adamo, con le dita della divinità e del primo uomo che si incontrano nella scintilla che secondo la Bibbia dà origine al nostro cammino sulla terra? Ma affreschi celeberrimi sono anche quelli di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova o quelli pompeiani che raffigurano la vita degli antichi cittadini romani prima della catastrofe che fu l'eruzione del Vesuvio. Un mezzo espressivo duttile e di grande difficoltà, adatto soltanto agli artisti più capaci.

Sull'intonaco bagnato

L'affresco infatti presenta molte insidie che possono ostacolare non poco il lavoro di chi non è esperto in questa tecnica molto antica. Per sommi capi, il processo è in apparenza piuttosto semplice: si tratta di uno stile di pittura effettuato tramite pigmenti solitamente di origine minerale che vengono sciolti in acqua e applicati su dell'intonaco ancora fresco. In questo modo, tramite un processo denominato carbonatazione, il colore viene inglobato nell'intonaco stesso e si fissa nel tempo, rendendo l'affresco il modo ideale per decorare pareti di grande estensione, muri e volte di tutti i tipi.

Le tre fasi dell'affresco

Per realizzare un affresco bisogna avere prima di tutto un supporto, realizzato in pietra o in mattoni, il più possibile liscio e senza dislivelli che potrebbero ostacolare la stesura dell'intonaco e la realizzazione del dipinto. Si prepara il cosiddetto arriccio con sabbia, calce e un po' d'acqua e lo si stende con un centimetro circa di spessore sul supporto; dopo è il turno dell'intonaco, composto da sabbia di fiume, polvere di marmo, calce e acqua, che viene steso con molta cura; infine è il momento del colore, che deve essere fissato sull'intonaco ancora umido (da qui il nome "a fresco").

Tante difficoltà

A questo punto, le difficoltà degli affreschi (e il genio degli artisti che se ne sono saputi servire per creare capolavori immortali) sono evidenti: bisogna agire molto in fretta, senza possibilità di ripensamenti perché una volta che il colore viene steso sull'intonaco viene assorbito immediatamente e non può essere corretto; inoltre, c'è da considerare la grande difficoltà nella percezione delle tinte che viene causata dall'adozione di questa tecnica, visto che sull'intonaco bagnato il soggetto apparirà più scuro di quanto poi non sarà al momento dell'asciugatura. Anche per questo gli artisti del passato erano soliti usare un disegno preparatorio, detto sinopia.

Cappella Sistina