Dipinti antichi
Alle origini dell’arte: i dipinti rupestri.
Per parlare di dipinti antichi bisogna far riferimento alle origini dell’arte. Sì, perché i dipinti veramente antichi affondano le loro radici nella preistoria. In realtà parlare di preistoria può risultare abbastanza vago, in quanto la cosiddetta preistoria è un periodo di tempo lungo circa un milione di anni che culmina con l’invenzione della scrittura.
Volendo collocare dal punto di vista temporale le prime manifestazioni artistiche, possiamo dire che esse sono risalenti a ben trentamila anni fa. Ovviamente in epoca preistorica ed antica la figura dell’artista non esisteva, eppure esistevano delle forme primordiali di arte, che possiamo definire a tutti gli effetti dipinti antichi. Si tratta ovviamente di dipinti realizzati nelle caverne da uomini comuni e più solitamente da stregoni, che li utilizzavano durante i loro riti magici con scopo propiziatorio della caccia o per chiedere ai loro dei ed ai loro idoli di proteggere la vita della comunità ed i neonati.
Solo col passare dei millenni, giungendo fino al periodo neolitico ed all’età del bronzo, la figura dello stregone viene soppiantata da quella del sacerdote e le immagini presenti nelle grotte assumono una nuova connotazione decorativa e di abbellimento dell’ambiente.
Attraverso questi antichi dipinti, si cerca di rappresentare ed in qualche modo interpretare l’ambiente circostante, la propria vita, le esperienze quotidiane come la caccia o la preghiera. Ed è proprio in questo contesto che l’arte (questa primordiale forma d’arte), diventa patrimonio di tutti coloro desiderano impreziosire ed abbellire le loro grotte dipingendo episodi di vita quotidiana. Ed è proprio da questi primi quadri antichi che derivano quadri moderni, come ad esempio quelli di Picasso che spesso si è ispirato alle prime forme d’arte rupestre. Ma Picasso non è stato l’unico ad apprezzare queste forme d’arte antica: moltissimi pittori le hanno studiate ed imitate proprio perché vere, istintive, veraci, espressive e frutto di un moto naturale dell’animo umano.
I dipinti dell’epoca paleolitica venivano realizzati per lo più con le dita, ma anche con rudimentali pennelli o con penne di uccello; i colori erano attinti sia dal mondo vegetale che da quello animale. Spesso alcune immagini venivano scolpite, tramite pezzi di pietra, di osso o di corno. Se nelle grotte del periodo paleolitico i dipinti hanno solo scopo propiziatorio della caccia o della salute e si trovano pertanto negli anfratti più bui e meno illuminati, il quelle di epoca successiva invece i dipinti hanno esattamente uno scopo decorativo e quindi si trovano all’ingresso della grotta, in piena luce così da essere sempre ben visibili.
La pittura su ceramica e l’opera dei primi vasai
Non dobbiamo immaginare quadri o affreschi, ma dobbiamo volgere il pensiero ad altre forme di pittura, in particolare quella su ceramica. La ceramica ha da sempre rivestito un ruolo fondamentale nella storia della conoscenza e nel passaggio della conoscenza da una generazione all’altra. Gli oggetti in ceramica venivano prodotti in grande quantità, cosa che ci è testimoniata dall’enorme numero di vasi e prodotti in ceramica emersi durante gli scavi effettuati dal Novecento in poi.
La pittura greca come la conosciamo noi oggi ci è stata tramandata proprio dai dipinti presenti sui vasi. Dipinti antichissimi, quindi, che ci hanno tramandato una storia ed una cultura uniche nei loro genere. L’arte della ceramica, così come quella della pittura su ceramica, affonda le sue radici nel secondo millennio a.C., epoca nella quale si iniziò a fabbricare i vasi con il tornio.
Nelle botteghe, ceramisti e pittori lavoravano gomito e gomito. Il primo periodo vide la produzione di dipinti in uno stile definito “protogeometrico”, con triangoli, cerchi, semicerchi, rosette, svastiche e linee ondulate. Successivamente compare il primo cavallo, molto stilizzato: la comparsa del cavallo è segno che si inizia a ritrarre la quotidianità dell’individuo, in un periodo in cui proprio il cavallo era parte integrante delle attività giornaliere di chiunque.
La comparsa poi di figure umane, di uomini e donne, e soprattutto di animali, ci da testimonianza di una pittura volta alla produzione di ex-voto da lasciare nei santuari. Tra il IX ed il VIII secolo a.C. l’uso delle geometrie si fa più consapevole; ad esso vengono abbinate spesso immagini di animali, sui coperchi, e figure umane sui manici. Ma è proprio in questo periodo che si sviluppano i primi veri e propri dipinti antichi, soprattutto sui vasi funerari, con scene raffiguranti il feretro del defunto attorniato dalle lamentatici, i cortei funebri oppure scene di battaglie marittime. Tali dipinti antichi non avevano assolutamente alcun senso della prospettiva, anche se erano in grado di rappresentare scene decisamente realistiche.
Il repertorio figurativo si amplia ulteriormente nel cosiddetto periodo “protocorinzio”, periodo in cui lo stile assume fortemente influenze orientali con l’introduzione di nuovi colori (il rosso ed il bianco), le forme dei vasi stessi si moltiplicano (assumendo spesso forme umane o di animali) ed i dipinti narrano episodi storici o mitologici, scene di caccia, e così via: il vaso assume quindi una funzione culturale notevole.
In poche parole, e per concludere, la ceramica greca riveste un ruolo di primo piano nella storia dell’arte greca perché essa rappresenta in modo chiaro le origini della pittura.
Con questo non intendiamo dire che anticamente si dipingesse solo sui vasi, poiché esisteva una pittura su grandi tavole o quadri, ma purtroppo questa non è riuscita a pervenire fino a noi ma è dovuta soccombere al trascorrere del tempo e della storia.