Quotazione dipinti
La quotazione dell’opera d’arte: i mille fattori che ne determinano il valore.
L’atto di acquisto di un opera d’arte è il punto d’arrivo di una lunga serie di valutazioni e di analisi relative al tipo di opera, al periodo in cui è stata realizzata, al suo autore, alle sue condizioni, insomma a una lunga serie di fattori che ne determinano il valore.
La determinazione di questo valore alla luce di vari fattori è di fatto una quotazione. La quotazione dei quadri è un’operazione che viene fatta quotidianamente come lavoro di preparazione delle aste, ma anche da parte di esperti d’arte e di proprietari di gallerie che si occupano di acquistare e rivendere i quadri.
E’ un po’ quello che accade anche con l’oro e con altri oggetti di valore, solamente che per le opere d’arte la quotazione è abbastanza difficile da fare: oltre a parametri oggettivi come l’anno di realizzazione, l’autore, lo stato dell’opera, vi sono altri parametri da tenere in considerazione. Tra di essi troviamo il valore che l’opera ha nel momento in cui la andiamo a valutare e che è determinato dalle mode, da eventi particolari come mostre in corso o come l’andamento dei mercati locali.
Quando un acquirente vuole acquistare un quadro, sarà bene, se egli non è particolarmente esperto, affidarsi ad una commissione di esperti d’arte che valuterà l’opportunità e la convenienza dell’acquisto. Le quotazioni dei quadri hanno raggiunto talvolta livelli veramente alti, come è accaduto nel 1999 all’asta di Christie’s di New York, quando un quadro di Segantini ha raggiunto i 18 miliardi di lire. Prezzi di questo livello influenzano non solo il mercato dell’arte ma anche il valore di tutti gli altri quadri di un artista.
Anche Picasso ha sconvolto il mercato dell’arte, con “Nudo su una poltrona nera”, battuto ad oltre 45 miliardi di dollari. “Nudo coricato”, una celebre scultura di Henri Patisse, fu venduta 9,2 miliardi di dollari. Il Picasso ed il Segantini ai quali accennavamo prima erano di proprietà di Madeleine Haas Russel, una filantropa di San Francisco, discendente dei proprietari della famosa fabbrica di blue jeans Levi Strauss.
In realtà non sono gli imprenditori ad avere un ruolo di spicco nel mercato dell’arte, ma sono le banche. La presenza delle banche in questo mercato è molto capillare, e tutto sommato è una presenza che a questo mercato fa bene in quanto lo rende ancor più dinamico ed attivo, andando a colmare le assenze lasciate dagli investitori americani.
Le banche sono in grado di agire da mecenati ovviamente per le risorse economiche che esse hanno a disposizione non solo per l’acquisto delle opere ma anche per la gestione di progetti di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico. Ecco quindi che le banche organizzano e sponsorizzano mostre, restauri, studi e ricerche, non solo per amore dell’arte ma anche per incrementare la forza della loro immagine e come vere e proprie azioni di marketing.