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Dipinti ad olio

La pittura ad olio: il trionfo della tradizione anche in tempi moderni.

L’esordio in forma massiccia ed il trionfo della pittura ad olio si ha alla fine del Settecento e durante tutto l’Ottocento.

Al termine del Settecento il Neoclassico si afferma in particolar modo a Roma. E’ proprio a Roma che il francese Jacques-Louis David dipinge un capolavoro con la tecnica dell’olio su tela: Il Giuramento degli Orazi.

Nel quadro egli rappresenta il concetto di uomo-eroe nell’atto di liberare e difendere la sua patria. La tecnica ad olio consente al David di creare giochi di luce in grado di donare un’insolita carica espressiva alla scena.

Sempre di David, è famosissimo l’olio su tela La morte di Marat, che tutti hanno sicuramente visto almeno una volta e perlomeno sui libri di scuola. Anche in questo caso la tragicità della scena viene sottolineata dalla luce e dalla scelta di dipingere ad olio.

Altro grande artista neoclassico, autore di splendidi dipinti ad olio è il francese Jean-Auguste Dominique Ingres, che a differenza di Jacques-Louis David non si dedica a contenuti storici o eroici, bensì esprime una certa predilezione per i nudi femminili. Grazie alla sua notevole versatilità ed alla grande versatilità della pittura ad olio, egli riesce abilmente a giocare con le sfumature di rosa della pelle delle sue modelle, con i colori chiari di lenzuola e tendaggi e con tutti i dettagli che sceglie accuratamente per i suoi quadri.

Per concludere questa breve carrellata attraverso i maggiori artisti neoclassici che hanno saputo valorizzare enormemente le loro opere grazie alle pressoché infinite possibilità della pittura ad olio vale la pena di citare Francisco Goya, grande conoscitore e grande interprete della situazione socio-culturale della Spagna di fine Settecento. Ne Le Fucilazioni del 3 Maggio stupendo capolavoro ad olio del 1814, Goya ritrae uno dei momenti più salienti dell’insurrezione popolare di Madrid contro le truppe napoleoniche che presidiavano la città. E’ questo non solo un grande esempio di retorica patriottica di impostazione tipicamente neoclassica, ma anche di enorme maestria nel gestire il segno e la pennellata servendosi della pittura ad olio.

La scelta dell’olio come tecnica pittorica si protrae per tutto il secolo successivo, offrendo all’artista nuove interpretazioni, nuove scelte di colore, nuove soluzioni prospettiche.

La rivoluzione romantica prende il via con Caspar David Friedrich, che nei suoi quadri si pone per la prima volta il problema del mistero della vita, della solitudine dell’uomo, del senso dell’infinito e dell’ineluttabilità della morte. Un esempio per tutti è Il naufragio della speranza, un quadro ispirato ad un naufragio realmente avvenuto durante una spedizione polare. Il quadro è un olio su tela, con un impressionante gioco di lastroni di ghiaccio dipinti nei differenti toni del bianco il cui realismo offre una chiara idea del dramma del naufragio e più in generale, ad un livello interpretativo superiore, del dramma dell’uomo che ogni giorno si pone nuove sfide nei confronti di se stesso e della natura.

Al di là di questo drammatico realismo troviamo le dimensioni oniriche di William Blake, poeta ed artista di notevole spessore in grado di sfruttare la pittura ad olio per tradurre in espressione visiva il suo mondo più intimo ed interiore.

Facendo un passo indietro e tornando a pittori che hanno voluto dare alla pittura ad olio un approccio più tradizionale, ci possiamo invece riferire al romanticismo di Turner e Constable che trova la sua massima espressione nella cosiddetta “Pittura di Paesaggio”.

E la lista sarebbe ancora lunghissima, poiché durante tutto l’Ottocento la pittura ad olio si rivela la scelta migliore per le scelte espressive di moltissimi artisti, dai Preraffaelliti a Delacroix, dai pittori della Scuola di Barbizon ai puristi e nazareni italiani, fino ad arrivare ai quadri storici di Hayez, vero e proprio preludio dell’epoca realista.

Veduta del porto e Villa Medici - Claude Lorrain