Quadri naif
L’arte naive, istintivamente vivace e senza pensieri.
Con l’espressione “pittura naive”, (naïf, al maschile, significa “ingenuo”) si intende un filone artistico che ha preso piede in Europa tra le due guerre mondiali e che ha dato luogo ad una produzione artistica molto particolare ed apprezzata ancora oggi.
La pittura naive si identifica con un atteggiamento ingenuo e quasi primitivo dell’artista, che si discosta dai precetti accademici e convenzionali dell’arte conosciuta ai più allontanandosi da qualsiasi corrente di pensiero preesistente e ponendosi come forma d’arte originale ed immediata.
In questo senso l’artista naïf segue solamente il suo istinto, dipinge per se stesso, si immerge in una visione del tutto personale del reale, proiettandosi quasi in un mondo fiabesco fatto di forme e colori vividi e vivaci, che rimandano ai modi ed ai contenuti dei bambini oppure, e più precisamente, dei primitivi (di qui il termine naïf).
L’arte naïf è stata definita “arte popolare”, “arte primitiva” moderna, e gli artisti “pittori dal cuore sacro”.
Nel 1964 al Museo Nazionale dell’Arte Moderna si tenne la prima mostra dedicata al naïf, dal titolo “Le Monde des Naïf”, che in qualche modo consacrò questo filone artistico che da quel momento entrò nel mondo dell’arte “ufficiale”.
Un secondo momento fondamentale per la consacrazione dell’arte naive nel panorama internazionale fu la II Triennale Internazionale d’Arte Naïve nel 1969 a Bratislava.
Per citare alcuni tra i più grandi artisti naïf non solo italiani ma anche di fama mondiale possiamo citare Ornèore Metelli, Antonio Ligabue, Ivan Generalic, Henri Rousseau, Wilhelm Ude, Camille Bombois, André Bauchant, Rosina Viva.
Ornèore Metalli fu un pittore naif totale: egli ignorava totalmente ogni precetto artistico ed ignorava persino il concetto di naif, dipingendo assolutamente in preda al suo istinto, senza alcun background culturale. Di professione faceva il calzolaio, e si avvicinò alla pittura dopo i cinquant’anni senza le capacità del professionista ma con l’ambizione un giorno di diventarlo: nei suoi quadri egli esprimeva un senso di ingenuità, di gioia di fronte alle bellezze del mondo ed una forte sensibilità verso la favola, la tradizione, la narrazione.
Un altro grande esponente della pittura naif è Antonio Ligabue: anche lui senza scuole particolari, impara a dipingere da autodidatta, come del resto anche Van Gogh e Gauguin, che però non hanno prodotto quadri naif.
Le opere di Antonio Ligabue richiamano ampiamente al filone espressionista, con cui il pittore entrò in contatto grazie all’amicizia con lo scultore Marino Mazzacurati, che conobbe e frequentò tra il 1927 e il 1928.
I quadri di Ligabue hanno una forza espressiva unica e particolare, fatta non solo di abilità tecnica ma anche della capacità di aggiungere ad ogni creazione un tocco di personalità e di significato fuori dal comune.